La Banda Staino
A quasi un anno dalla morte di Sergio Staino (l’autore toscano è mancato il 21 ottobre del 2023), la sua “banda” continua a girare l’Italia per promuovere iniziative che celebrano la memoria di un grande riferimento culturale italiano, ma anche di un collega, un sodale, un amico, un papà e un marito.
Questa “Banda Staino”, che cresce di numero di giorno in giorno, è formata dalla sua famiglia – la moglie Bruna “Bibi”, i figli Ilaria e Michele, i nipoti Lola, Sofia e Adriano (che ha preso il nome dall’amico di una vita: Adriano Sofri) – che insieme ad amici di volta in volta diversi stanno attraversando tutto lo Stivale per ricordare la grandezza umana e culturale di un uomo che con la sua capacità di raccontare la storia (politica) italiana attraverso il personaggio di Bobo rimane un
punto di riferimento per la satira più intelligente e graffiante. Ed è proprio Bobo a rimanere il simbolo di questo racconto, l’alter ego che da sempre viaggia nel tempo e ora sopravvive alla morte del suo autore, che ha sempre preso spunto dalla propria vita e famiglia per rappresentare con la profonda leggerezza del suo tratto un’Italia che cambiava, con le sue contraddizioni, le esagerazioni, le forti passioni.
In principio è stata la raccolta fondi “Satira e Sogni”, nata per realizzare una piattaforma digitale, uno spazio virtuale gratuito e accessibile a tutti per entrare nel mondo di Bobo e navigare tra le sue storie, vignette, strisce, illustrazioni, libri e mostre. L’obiettivo è stato ampiamente raggiunto e superato e basterà vedere la mole di commenti lasciati da chi ha contribuito alla campagna – tra gente comune, istituzioni e personaggi di rilevo – per ribadire, se non fosse ancora chiaro, quanto Staino fosse amato e stimato, e familiare ai più.
Dopodiché è iniziato il “tour di Bobo”. Durante TERRA MADRE, il Salone del Gusto 2024 organizzato da Slow Food Italia al Parco Dora di Torino, gli è stata dedicata l’Arena Sergio Staino, uno spazio di scambio e dialogo dove si sono svolte conferenze ed eventi del ricco programma, un’occasione per ricordare Sergio Staino e il suo impegno costante, la sua ironia, l’amicizia che lo ha unito al gruppo di Slow Food.
Lo scorso 1° ottobre, alla Santeria di Milano, il Club Tenco di Sanremo – di cui Staino è stato Presidente fino all’ultimo minuto della sua vita – nella conferenza stampa della 47ª edizione del Premio Tenco ha presentato il nuovo numero della rivista annuale “Il Cantautore”, che per quest’anno cambierà di nome e si chiamerà “CantaStaino”, un’edizione monografica, già da collezione.
In Valle Camonica, in provincia di Brescia, grazie al CCTC – Centro Culturale Teatro Camuno in sua memoria è addirittura nato un Premio: il Premio Nazionale Sergio Staino-Pitoon.
Per vent’anni, infatti – grazie al festival della canzone d’autore “Dallo Sciamano allo Showman” prima, e al progetto “Pitoon – I pitoti in cartoon” negli ultimi anni – Sergio Staino ha avuto un rapporto stretto con la Valle Camonica, conosciuta in tutto il mondo per l’incredibile ricchezza e varietà di incisioni rupestri e per questo dichiarata nel 1979 Patrimonio Mondiale dell’Unesco quale primo sito italiano, con circa 300mila segni incisi su 1800 rocce.
La Valle dei Segni, la chiamano, e qui Sergio Staino ha lasciato anche il suo segno: è stato il migliore a interpretare le incisioni rupestri, trovava che fossero un precursore del fumetto e che, proprio come il fumetto, consentissero di superare ogni barriera linguistica. In questo senso il Premio Nazionale Sergio Staino – Pitoon è un atto di gratitudine per un Amico, con un concorso di disegno per giovani artisti (nelle categorie vignetta satirica e cartoon) concesso in esclusiva dalla famiglia e affidato a una giuria di eccellenza capitanata da Ellekappa. Ma anche con convegni, incontri, concerti, spettacoli teatrali. Dal recital di Paolo Hendel ai concerti di Joan Isaac, Mauro Pagani e l’Arms Ensemble di Michele Staino, passando per il convegno “Tracce di Bobo nella Valle dei Segni” e la mostra “Bobo e la Valle dei Segni” che propone le opere dal cuore ambientalista di Sergio Staino (nella sezione Cavoli a merenda), le incursioni di Bobo in Valle Camonica (nelle vignette realizzate durante le sue partecipazioni al festival “Dallo Sciamano allo Showman” e il suo incontro con i ristoratori del posto, nella sezione Bobo allo Shomano, così come nelle opere della sezione dedicata a Pitoon – Pitoti in cartoon, il progetto di Staino e Nini Giacomelli per rendere omaggio alle incisioni rupestri, il grande “proto-fumetto camuno), per concludere con le tavole vincitrici della prima edizione del Premio nazionale.
Dopo la Valle Camonica, la mostra è pronta a mettersi in viaggio e raggiungere Roma insieme alla Banda Staino per l’ultimo atto del Premio che, iniziato in agosto, si concluderà sabato 12 ottobre ospitato dal Parco di Mediterranea Rete. Qui oltre alla mostra, alla cui inaugurazione parteciperanno Bruna Pinasco Staino ed Ellekappa, il maestro toscano verrà celebrato con il concerto “Canti a Bobo”, una jam session per Sergio Staino – che tra le tante cose fu anche un grande appassionato di musica – che vedrà alternarsi lo spettacolo “Canti e tanghi per Sergio Staino” (con Alessio Lega, Guido Baldoni e Michele Staino) e “CantaStaino collettivo Jam Session” (con Paolo Capodacqua, Luigi Mariano, Fabrizio Emigli, Ludovica Valori e i Traindeville).
E poi? E poi il 21 di ottobre al Teatro Puccini di Firenze (Teatro Stabile della satira e della contaminazione dei generi, fondato proprio da Staino, ndr) sarà la volta di “Grazie Sergio”, una serata di canzoni, musica e risate per ricordarlo. La mostra “Tracce di Bobo nella Valle dei Segni” tornerà in Valle Camonica per nuovi allestimenti a cura del CCTC – Centro Culturale Teatro Camuno, e probabilmente arriverà fino a Procida. Nel frattempo chissà quanta strada avrà già fatto ancora la Banda Staino, a braccetto col suo Bobo.
«Sono tante le cose che mio padre mi ha lasciato e mi ha insegnato. Però una che è particolarmente importante per quella che sono io oggi, per dire, è che lui era fondamentalmente un uomo buono e generoso, un uomo gentile con tutti. Non ha mai detto di no a un disegnino, una vignetta, una dedica a tutti quelli che glielo chiedevano: i ristoranti di tutta Italia sono pieni di disegnini, dediche. Lui più di mia madre aveva un lato femminile molto sviluppato: in questo senso era accudente, premuroso e faceva una grande autocritica, quindi non aveva paura di mostrarsi fragile, di piangere, di dire che aveva sbagliato. Lui mi ha insegnato a chiedere scusa, a ammettere l’errore, a dire che si aveva sbagliato».
Ilaria Staino
« La Bibi di Staino è stata una condivisione per tantissimi anni, quasi 50, di tutto: abbiamo lavorato insieme, condiviso idee, vita».
Bruna Pinasco
«Sul perché e quanto sarà ricordato babbo credo che, come per tutti gli artisti, sarà il suo lavoro a deciderlo e non sta a me fare ipotesi in merito. Quello che voglio ricordare sempre di lui è la sua grande umanità, il fatto di essere stato così tanto ben voluto da tante persone molto diverse tra loro, cosa che abbiamo potuto toccare con mano dal giorno della sua morte, perché siamo stati veramente investiti da un grandissimo affetto. Ovviamente crediamo che la sua eredità artistica sia molto importante ed è per questo che ci siamo impegnati a realizzare l’archivio digitale che speriamo di vedere presto online e al quale tante persone hanno partecipato attraverso il crowdfunding. A tutto questo vorrei aggiungere che, se ci penso mi sembra incredibile, oltre a essere stato sempre così generoso e a aver realizzato così tante cose anche molto importanti nella sua vita, lui è riuscito anche a essere veramente un babbo straordinario e molto presente e questa per me forse, di tutti i risultati che lui ha raggiunto, è una delle cose che mi colpisce di più: essendo babbo a mia volta vedo che faccio fatica a essere almeno un po’ come è stato lui con noi».
Michele Staino